Oggi mi sento pirla
artistico.
Quanti sono quelli che passando in piazza della Signoria a Firenze ammirano la famosa statua del David di Michelangelo posta
in risalto davanti a Palazzo Vecchio senza porsi il problema della sminuizione
subita dal sapere che l’originale sta nella Galleria dell’ Accademia (per i
pochi che lo sanno)?
Quanti si sentono
fraudolentemente ingannati nell’apprendere che gli splendidi cavalli di San Marco
sul terrazzo della basilica Veneziana sono in realtà copie identiche di quelli
conservati, per giuste ragioni conservatoristiche, all’interno del Museo della basilica stessa (i
pochi che lo sanno)?
Passando da Firenze
e Venezia non ho percepito ondate di disgusto per l’esposizione di queste
copie, né le città d’arte si sentono minimamente sminuite per questo: le copie
sono perfette tanto quanto le moderne tecnologie permettono, i capolavori
originali sono salvi, mi risulta che tutti siano contenti.
Tutti tutti proprio
no, visto che da tempo si solleva un gran casino a proposito dell’esposizione
impedita dei Bronzi di Riace al futuro Expo 2015. Chi sostiene che lo
spostamento costerebbe troppo in rischi artistici e assicurazioni, chi si dice certo
che qualsiasi coreano in visita a Milano in quei giorni sobbalzerebbe di indignazione
nello scoprire che i famosi piselli esposti e quanto vi sta dietro non sono
originali.
Io che sono pirla
ho pensato: ma se sotto le copie esposte di questi o altri capolavori si
mettesse un QR code, fotografando il
quale si potesse avere uno sconto del 50% per viaggio e soggiorno a Reggio
Calabria alla volta degli originali, non si risolverebbe il problema, magari
incrementando pure l’economia calabrese?
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