giovedì 18 settembre 2014

Arriva iOS8, mi serviva proprio...



Arriva iOS8, mi dicono, e io sono molto contento. 
Siccome non sapevo a cosa serve questa nuova evoluzione della mela morsicata, mi sono informato in rete: cito testualmente da ANSA “Una delle applicazioni chiave del nuovo sistema operativo è proprio Health, che monitora la nostra salute in diretta raccogliendo dati fisici, battito cardiaco, respiro, qualità del sonno, alimentazione. Tutti dati sensibili (Apple ha messo dei paletti sulla privacy) che possono fornire un profilo sanitario di un utente ed essere di supporto in casi di emergenza. Per le case sempre più connesse Apple ha pensato al sistema Homekit, con cui identificare i sistemi domotici che dialogano con iOS, dagli interruttori alle prese smart fino ai sensori per le piante.”

Io faccio parte di un paio di associazioni che si occupano della diffusione di informazioni legate alla salute, e per quanto ne so in quest’ambito il problema principale è un’informazione molto basica: ad esempio fare sapere agli uomini che la prostata non è una malattia ma una ghiandola.
Pare incredibile ma da un mini sondaggio il 20% degli intervistati non sa di averla, il 50% non sa né dov'è o a cosa serve, il restante 30% sa qualcosa perché o ci si è ammalato o lo ha fatto qualcuno che gli è vicino.

Ma son convinto che gli stessi intervistati correranno subito a fare l’upgrade del loro Ipad2, e cominceranno a considerare compulsivamente i loro orologi-smartphone collegati al tablet per controllare ogni dieci minuti battito cardiaco e frequenza del respiro, senza contare le fondamentali sveglie per analizzare in tempo reale la qualità del sonno, interrotto appunto per controllarlo.
E la cultura della salute farà un balzo avanti.

Mi viene in mente un delizioso spezzone di Abatantuono sulla domotica e la sua necessità di inserimento nella vita media degli Italiani che vi regalo: https://www.youtube.com/watch?v=2hwkRAzFCXc.

Ma ora vi lascio perché devo correre a prenotare il mio prossimo iPhone6: se non faccio in fretta finisce che il 26 settembre, data di distribuzione del nuovo gioiellino nel bel paese, me lo esauriscono e mi tocca aspettare il 27 o forse anche il 28 per averlo. 
E poi dicono che sono pirla…

venerdì 12 settembre 2014

L'orsa maggiore



Potevo non cogliere l’occasione di Daniza, per sentirmi in buona compagnia?


Primo pirla, il cercatore di funghi che vedendo un’orsa con cuccioli invece di defilarsi velocemente la tampina, perché sono così belli…  
Secondo pirla il direttore Feltri che gli augura morte da funghi velenosi, senza sapere cosa sta dicendo: morire fra terribili convulsioni e dolori perché ci si è interessato in modo sbagliato ad un animale.
Terzo pirla chiunque sia l’animalista che sta rendendo la vita impossibile al suddetto cercatore scrivendogli, telefonandogli e tampinandolo in ogni modo mobbinghistico possibile.

E pretendendo che un orsa in libertà sia cosa normale in un mondo che quel tipo di normalità non riesce più a reggere e gestire. Simulaun è trapassato da un pezzo.

Quarto pirla il veterinario o chi per lui che ha sbagliato evidentemente dose nell’anestetico, pure dopo tutto il casino e l’attenzione che stava montando intorno alla cosa: non era una derattizzazione o una caccia selettiva di cinghiali.
Quinto pirla il responsabile WWF o chi per esso, che chiede le dimissioni del ministro, come se potesse e dovesse essere responsabile anche della dose dell’anestetico, ma si sa che in Italia basta puntare il dito.
Sesto pirla (e qui entro in scena io se permettete, essendo stato per tanto nella categoria) il giornalista che come me mette in prima pagina la notizia dell’orsa, come se non ci fossero cose più importanti da segnalare e comunicare. Non dico che sia sbagliato parlarne: come giustamente ha detto Folli in un editoriale su radio24, non è che ci sia un limite alle notizie da dare. Però ci dovrebbe essere un ordine di priorità.
Ultimo pirla l’amministratore locale che, dopo più di un evento simile (ricordo un’aggressione vicino al Tonale poco fa sempre di un orso e sempre contro un cercatore di funghi) non comincia a mettere cartelli in cui si danno regole di comportamento da seguire, tipo evitiamo di cercare funghi  vicino alla tana dell’orso. 
Ma forse i due plantigradi, il cercatore di funghi e l’orso, sono inevitabili nemici naturali… 

Che poi, se è vero che tutti gli orsi hanno il collare, ed è vero altresì che  il grande fratello sa anche dove parcheggio la mia macchina ogni giovedì sera, possibile che non si possa controllare un plantigrado in libertà?

Ma forse ci sta che a forza di guardare documentari su Discovery Channel, tutti ci sentiamo come quei pirla che giocano coi cobra e coi coccodrilli – a volte anche morendoci-  e ci stiamo dimenticando che la natura è bella ma scomoda, e anche pericolosa.

Oggi mi sento in buona compagnia.

giovedì 11 settembre 2014

FunerApplausi



Mi è venuto in mente un Haiku, un po’ ardito forse, ma tecnicamente corretto : 

passa la bara / 
il pubblico applaude / 
gran bella morte?

5/7/5 sillabe rigorosamente connesse a un’emozione, come pretendono i maestri giapponesi di ieri e di oggi.

Mi è venuto in mente vedendo immagini di funerali vari, in cui ormai tutti applaudono.
Ora, se si tratta di un divo dello spettacolo o dello sport magari lo capisco, è il tipico omaggio che si pensa potrebbero gradire tali personaggi, anche una volta trapassati.

Ma se a essere morta è una ragioniera  vittima di un incidente stradale, un muratore caduto dal quinto piano, un passante accoltellato senza vera ragione da un fuori di testa, cosa c’è da applaudire? Sono morti bene? L’applauso sottolinea un’abilità, il riconoscere un qualcosa di superiore alla media, un apprezzamento, in ogni caso. 
Cos’è che i plaudenti apprezzano in quel funerale?

Il silenzio è rispetto, é considerazione, è meditazione, è ricordo, è connessione con chi c’è e con chi non c’è più: riposi in pace si dice, si diceva. 
Oggi mi pare di non poter fare in pace nemmeno quello, mi sembra si viva nel casino anche dopo morti. 

Eh, ma quanto sono pirla. E probabilmente vecchio.

martedì 9 settembre 2014

AUTORIDUZIONATEMI



a) Ho parlato oggi con un amico, dotato di due normali figli: stanno per chiudere l’ azienda privata in cui lavora, come molte altre qui intorno nell’Altomilanese, come molte altre nel nordest e nel nordovest, come molte altre in centro sud, isole comprese. Per aiutare la colleganza ad arrivare a Natale - poi per il 2015 si vedrà – hanno adottato dei contratti di solidarietà riducendosi in parte lo stipendio, lavorando straordinari non pagati, sostenendosi anche con acquisti solidali e via discorrendo. D’accordo con proprietà e sindacati. Si interpreta il vecchio lavorare meno, lavorare tutti, aggiungendo: guadagnando meno ma –per ora-  tutti.

b) Ho parlato oggi con un’ amica, dotata di un normale figlio. Lavora in un’azienda pubblica la cui utilità è in ragionevole fumus di esser dubbia. Per aiutare la colleganza dell’ azienda suddetta ad avere uno stipendio non bloccato fino all’anno prossimo, stanno pensando a forme di sciopero incisive, ma fanno una certa fatica a trovarle dato che metà dei suoi colleghi (a sua detta) già non lavora di suo in tempi normali.

Le ho fatto presente la differenza fra i punti A e B, aggiungendo fra l’altro che ormai è conclamata la deflazione, il che vorrebbe dire che il costo della vita sta calando, e che questo toglierebbe parte delle vecchie motivazioni alle eventuali  ragioni di aumenti. Mi ha risposto: però è da anni che non li ricevo, gli aumenti, non voglio fare la guerra dei poveri ma il figlio ce l’ho io, mi spiace per un sacco di cose.

Non ha detto: “certo che ho un certo culo, oggi come oggi, a sapere di avere la tredicesima assicurata a Natale e la prospettiva che pure a gennaio arriverà lo stipendio che prendevo a dicembre”.

c) Io faccio il lavoro sporco delle partite IVA verso clienti aziendali (il che vuol dire che no fattura no money, sì fattura sì 50% di tax, no presenza -magari per malattia- no pay), di certo non so se il mese prossimo lavoro, sono quello a cui dicono “se ti sta bene il prossimo seminario lo gestisci a – 20% rispetto a quello di giugno, se no c’è qui fuori la fila”.

Non posso scioperare perché non mi si fila nessuno,  praticamente come categoria ho un senso vero solo come bersaglio di dubbi sulla moralità, e non posso nemmeno ridurmi da solidale il mio fee perché lo sta già facendo il cliente al posto mio.

Siccome  nessun giornalista viene ad intervistarmi per sapere come mi sento, lo scrivo qui: non per dare giudizi, ma mi sento il più pirla del gruppo.